Mandatoriccio Storia di un feudo – di Franco Emilio Carlino

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Se è vero – è certamente lo è – che la fortuna aiuta gli audaci, bisogna convenire che Giovan Michele Mandatoriccio, unico e indocile figlio maschio del facoltoso e intraprendente mercante Nicola, non perse mai l’occasione per far fruttare l’ingente patrimonio familiare accumulato durante la lunga crisi agraria che aveva investito la Calabria tra il 1585 e il 1592.

[…] Giona Michele, figlio del predetto Nicola e fondatore della linea baronale dei Mandatoriccio, fu di certo colui che determinò la linea di condotta da seguire nella strategia aziendale, nella diplomazia politica della famiglia e nella sensibilità dei rapporti umani, caratteristiche non scevre da un concreto opportunismo che si reputava essenziale al conseguimento di prestigiosi traguardi. Grazie all’esperienza e alla tradizione mercantile della famiglia, i vari esponenti di questo casato rimasero con i piedi saldamente piantati per terra secondo la filosofia di vita che si basa essenzialmente sulla conoscenza delle precipue capacità altrui e dei propri limiti.

Ed infatti nell’arco di un secolo, i Mandatoriccio, in primis, e i Sambiase in seguito riusciranno a costruire uno Stato feudale compatto e fiorente, ma sopratutto effciente dal punto di vista amministrativo e giudiziario, incentrato sulla costante presenza in loco del feudatario che periodicamente e con equità di giudizio concedeva udienza ai sudditi sulle principali questioni pubbliche e private.

Dalla prefazione, di Franco Joele Pace

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Se è vero – è certamente lo è – che la fortuna aiuta gli audaci, bisogna convenire che Giovan Michele Mandatoriccio, unico e indocile figlio maschio del facoltoso e intraprendente mercante Nicola, non perse mai l’occasione per far fruttare l’ingente patrimonio familiare accumulato durante la lunga crisi agraria che aveva investito la Calabria tra il 1585 e il 1592.

[…] Giona Michele, figlio del predetto Nicola e fondatore della linea baronale dei Mandatoriccio, fu di certo colui che determinò la linea di condotta da seguire nella strategia aziendale, nella diplomazia politica della famiglia e nella sensibilità dei rapporti umani, caratteristiche non scevre da un concreto opportunismo che si reputava essenziale al conseguimento di prestigiosi traguardi. Grazie all’esperienza e alla tradizione mercantile della famiglia, i vari esponenti di questo casato rimasero con i piedi saldamente piantati per terra secondo la filosofia di vita che si basa essenzialmente sulla conoscenza delle precipue capacità altrui e dei propri limiti.

Ed infatti nell’arco di un secolo, i Mandatoriccio, in primis, e i Sambiase in seguito riusciranno a costruire uno Stato feudale compatto e fiorente, ma sopratutto effciente dal punto di vista amministrativo e giudiziario, incentrato sulla costante presenza in loco del feudatario che periodicamente e con equità di giudizio concedeva udienza ai sudditi sulle principali questioni pubbliche e private.

Dalla prefazione, di Franco Joele Pace

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